dividere un immobile in due (o più) unità immobiliari
Esistono due strumenti urbanistici, il frazionamento e l’accorpamento, in grado di modificare l’aspetto originario di un immobile rispettivamente dividendolo in due o più unità distinte o unendole.
Queste operazioni prevedono la richiesta di un’autorizzazione al Comune, la variazione catastale e la registrazione delle nuove proprietà con atto notarile.
La procedura dipendeva dalle normative locali, dal PRG e dal Regolamento edilizio. Ad esempio, secondo il Comune di Napoli, fino a poco tempo fa frazionare voleva dire effettuare una "ristrutturazione edilizia" e pertanto, versare degli oneri di concessione (dati dalla somma dell'incidenza del costo di costruzione e degli oneri di urbanizzazione calcolati, rispettivamente, con riferimento alla superficie ed alla volumetria dell'unità immobiliare originaria, oggetto della ristrutturazione edilizia). In sostanza, nel caso di un appartamento di circa 100m², per effettuare un frazionamento, ci sarebbero voluti almeno 2.500€-3.000€ per la sola pratica urbanistica.
Oggi, grazie al decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014 detto ''Sblocca Italia'', il frazionamento di immobili ricade negli interventi di Manutenzione Straordinaria e perciò realizzabile con una semplice Comunicazione di Inizio Lavori. A questo punto, il costo di questa procedura risulta nettamente più economica.
Dopo aver consegnato la pratica al Comune, sarà necessario procedere con la variazione catastale per la costituzione di due nuovi subalterni. Infine sarà necessario procedere con voltura e registrazione della proprietà con atto notarile, assegnando i nuovi subalterni ai rispettivi proprietari.
Insomma, a fronte del grande vantaggio economico messo in pratica con il decreto Sblocca Italia, per chi avesse in mente di dividere o accorpare la propria casa, questo sembra essere proprio il momento migliore!